USA 2016 – Travel Diary – Day 07

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DAY 7: ROUSH – BORN TO RUN

“Non sentirti in imbarazzo per i tuoi fallimenti, ma impara da loro e ricomincia” Richard Branson

Jack Roush Sr è uno dei nostri customizers di Ford Mustang preferiti, probabilmente perché ogni generazione di Appassionati ha il suo Eroe.

Ho sempre pensato che Shelby è stato il capostipite, Roush il preparatore le auto da corsa e Saleen creasse modelli particolarissimi. So che per molti di voi questa divisione può non avere senso, ma, a volte, nella mente delle persone le informazioni sono organizzate in modi strani.

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Essere I primi italiani a mettere piedi all’interno della Roush Performance è stata una sensazione speciale, difficile da descrivere. Avere poi ben 3 Ciceroni come Mike, Don e Tony completamente a nostra disposizione ha reso l’intera situazione quasi surreale; difficilmente poi trovare un’azienda che ti lascia vedere e toccare ogni singola stazione del processo produttivo.

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Vedere la nuova mustang 2015 e il nuovo F-150 diventare veicoli Roush è stata una delle esperienze più belle di questo inizio 2016. Abbiamo scritto una delle più belle perché ovviamente speriamo di averne ancora altre altrettanto belle!

Ad un certo punto, un rombo ci costringe a voltarci; con nostra grande sorpresa vediamo rientrare da un portone laterale una Mustang Roush RS3 da test, gommata con pneumatici invernali. Camminando verso gli uffici ci siamo poi fermati velocemente ad ammirare una Roush Mustang con pacchetto TRACK-PACK che era stata presentata qualche mese prima al SEMA Show a Las Vegas. Appena rientrati in ufficio ci comunicano che Jack Roush Junior è disponibile ad incontrarci prima della nostra partenza verso il Museo Roush. Dobbiamo ammetterlo: non ce lo saremmo mai aspettato; Ancora meno ci saremmo aspettati che, dopo le presentazioni di rito, ci proponesse di andare al museo insieme, sul prototipo su cui sbavavamo poc’anzi, e che ce la lasciasse pure guidare! Ok, vediamo di ricapitolare: Il figlio di una leggenda, diventato a sua volta famosissimo pilota, ci chiede se vogliamo andare in auto con lui, guidando un prototipo da 700 CV. Voi cosa avreste risposto? Noi ovviamente, trattenendo a stento crisi di panico, atti osceni in luogo pubblico, lacrime, tachicardia, sbalzi di umore e chi più ne ha più ne metta, abbiamo detto “Sì”. Ci siamo poi così divisi: Matteo, il mio compagno di viaggio, sarebbe salito con Mike, Don e Tony su prototipo nuovo F-150 Roush Supercrew da quasi 700 cv, io, armato solo di 2 Kodak SP360 e del mio coraggio, Su Prototipo mustang Roush RS3 da 700cv. Dopo aver Lasciato scaldare a Jack le gomme a dovere(non sto a dirvi quantità di curve prese in freno a mano o semplicemente di traverso, correndo come i pazzi per zona industriale di Livonia), decidiamo di fermarci in un piazzale innevato. Jack mi guarda e dice “Adesso tocca a te. Divertiamoci”. Dopo circa 10 minuti buoni a fare traversi nella neve, restiamo piantati su un pezzo di ghiaccio con ruote posteriori. In un’area di sosta grande come un Boeing 737 sono riuscito a prendere unico blocco di ghiaccio esistente. Che imbarazzo. Ma la parte peggiore deve ancora arrivare. Ad un certo punto ci siamo resi conto che auto aveva bisogno di essere spinta. Jack scende, senza pensarci 2 volte, e, con aiuto di un passante sblocchiamo macchina. Appena ruota posteriore tocca la neve, ricopre letteralmente di neve sporca Jack Roush Jr. Faccio un respiro profondo; devo trovare il modo di sdrammatizzare la situazione appena entra in macchina. Decido di sfoggiare uno dei miei sorrisi migliori ed esclamare “ Direi che dopo questa performance le mie probabilità di essere assunto da te nel tuo team NASCAR sono vicine allo zero”. Mi guarda, bagnato fradicio e sporco, e mi dice “Ci puoi giurare”. Ridendo ancora dell’accaduto, ripartiamo direzione Roush Museum. Il posto conserva tutte le auto che hanno contribuito a rendere Jack Roush Sr una leggenda dell’automobilismo a stelle e strisce. Il nostro amico Tyler, Archivista del museo, ci mostra le ultime aggiunte alla collezione.

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Il viaggio di ritorno alla Roush Performance, dopo un gustoso pranzo a base di hamburger e patatine, viene affidato nelle mani del mio compagno di viaggio Matteo; Immaginatevi un ragazzone a cui danno in mano i comandi di un carro armato che va fortissimo. Ecco, avete un’idea del viaggio di ritorno che abbiamo avuto. Dopo una breve intervista con un Jack Roush Jr. fresco di doccia, abbiamo lasciato la Roush Performance, a metà strada tra lo sconvolto e l’estremamente grato.

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Per la nostra ultima notte a Detroit, abbiamo deciso di mangiare un hamburger nel nostro posto preferito in città: Il Vinsetta Garage. Direttamente sulla famosissima Woodward Avenue,dopo essere stato un garage dove si preparavano auto per drag racing e una stazione di servizio per anni questo posto è stato convertito a ristorante, mantenendo tantissime parti interne originali dell’epoca. Con noi il nostro amico Tyler e la sua ragazza. Alla seconda birra ci siamo resi conto che quella era la nostra ultima notte a Detroit, e che l’indomani saremmo dovuti partire per il nostro viaggio di rientro.  Ci avviammo verso l’hotel consapevoli che, la mattina successive, prima di partire, saremmo dovuti andare a salutare degli amici.

Questo post è disponibile anche in: Inglese

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